Come trasformare un balcone in una veranda senza abusi edilizi?

15 Luglio 2022
Come trasformare un balcone in una veranda senza abusi edilizi?

Chiudere il Balcone per fare una Veranda permette di avere a disposizione più spazio per la casa.

Questa comodità però, per legge, è da considerare come “nuova costruzione” e, in base alle normative dei diversi comuni, prima di procedere è necessario ottenere un permesso per costruire per non commettere abuso edilizio, ma non è sempre così.

Vediamo quindi come fare.

Perché trasformare un Terrazzo in una Veranda?

Chi vive in un appartamento solitamente deve combattere con spazi risicati. Ad esempio, una famiglia composta da 3/4 persone, un ambiente utile da 100 mq può rivelarsi piccolo considerato il bisogno crescente di disporre di zone da dedicare al gioco, alla cucina, al relax, al lavoro e allo studio.

Man mano che i figli crescono, tali esigenze aumentano, proporzionalmente all’intensità della vita di ciascun componente del nucleo famigliare.

Così, i terrazzi possono rappresentare una salvezza, data la loro media grandezza che spesso non viene sfruttata a pieno.

I terrazzi possono essere trasformati in verande, dando vita a nuovi ambienti da sfruttare sia nelle giornate fredde che in quelle calde.

Questo spazio aggiuntivo ti permetterà di aggiungere uno spazio dedicato al gioco oppure agli elettrodomestici, un ripostiglio o anche una sala da pranzo quando hai ospiti.

I rischi di installare una Veranda senza Permessi

Come già detto in apertura d’articolo, prima di installare una veranda è necessario ottenere un permesso per costruire. Inoltre, a lavoro ultimato, bisogna segnalare la modifica catastale all’Agenzia delle Entrate.

In linea di massima, i manufatti amovibili e di modeste dimensioni possono essere installati anche con una comunicazione di inizio lavori al Comune.

Le strutture che invece implicano un aumento della volumetria necessitano di permesso di costruire. Capisco la tua frustrazione al solo pensiero di dover spendere un mucchio di soldi per ottenere tutte le autorizzazioni del caso e di dover vedere la casa impestata da polvere, opere murarie e operai.

Non ottemperare a questi obblighi costituisce un reato di abuso edilizio. Le conseguenze possono essere molto sgradevoli.

  • Sarà obbligatorio rimuovere la struttura: e e non si provvede a proprie spese, la struttura verrà comunque rimossa e bisognerà pagare una sanzione pari al doppio dell’incremento del valore dell’immobile causato dalla presenza della struttura stessa.
  • Per il reato di abuso edilizio, che non decade dopo la rimozione della struttura, si deve pagare un’ulteriore multa. Si può arrivare a €10.329 per inosservanza di norme e regolamenti all’arresto fino a 2 anni e ammenda da €15.493 a €51.645 per esecuzione di lavori senza permesso.

Perciò FAI ATTENZIONE: se ti affidi a gente facilona, rischi pesanti sanzioni. E se non valuti attentamente e approfonditamente il caso, rischi di spendere più del dovuto.

La costruzione di una veranda rappresenta un’operazione da affrontare con la massima cautela sia per non incorrere in un abuso sia per ottenere il livello di comfort e benessere desiderato.

La veranda è una struttura completamente chiusa per cui costituisce un aumento della volumetria dell’edificio oltre che una modifica della sua sagoma. Inoltre è una struttura fissa, duratura.

Quindi, per dar vita ad una veranda, bisogna verificare che l’immobile abbia ancora della volumetria residua e richiedere il Permesso di costruire e chiedere il Nulla Osta ai condomini.

Sembrerebbe tutto perduto, ma c’è una soluzione che ti permette di evitare qualsiasi problema!

C’è un modo che nessuno ti dice per evitare tutto questo!

La Pergotenda è una struttura costituita da due pali poggiati sul pavimento di un terrazzo a livello e da quattro traverse con binario di scorrimento a telo in pvc, ancorata al sovrastante balcone e munita di copertura rigida a riparo del telo retraibile.

La pergotenda non configura né un aumento del volume e della superficie coperta, né l’alterazione del prospetto o della sagoma dell’edificio cui è connessa.

Va pertanto qualificata come arredo esterno, di riparo e protezione, funzionale alla migliore fruizione temporanea dello spazio esterno all’appartamento cui accede ed è riconducibile agli interventi manutentivi liberi, ossia non subordinati ad alcun titolo abilitativo ai sensi dell’art. 6, comma 1, del Testo Unico Edilizia (d.P.R. 6 giugno 2001 n. 380).

Probabilmente però l’installazione dovrà essere approvata dalla SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

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